La Laringe: diagnosi, patologie, terapia e trattamenti

La laringe è un organo complesso, dotato di vascolarizzazione e innervazione autonome.

Svolge 3 funzioni essenziali per la vita: sfinterica-deglutitoria, respiratoria e fonatoria. La gestione delle patologie della laringe richiede una appropriata e completa conoscenza della sua anatomia e fisiologia, e delle tecniche diagnostico-terapeutiche disponibili. Il fine ultimo è quello di scegliere il trattamento più appropriato per ciascun paziente, perché sebbene le patologie siano sempre le stesse, il paziente è sempre unico e diverso da chiunque altro.

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Diagnosi Disfonia e Raucedine

In otorinolaringoiatria, la raucedine o disfonia è il sintomo laringeo più comune per il quale i pazienti richiedono un trattamento e può essere causata da una varietà di potenziali disturbi. In questo contesto, la visualizzazione della struttura e della funzione delle corde vocali è diventata una componente essenziale del protocollo di valutazione della voce clinica, poiché la capacità della sola anamnesi e dell’esame obiettivo di fornire informazioni adeguate per ottenere la giusta diagnosi o anche la stratificazione del rischio dei pazienti non è stata ancora segnalata. I tentativi di esaminare la laringe umana risalgono a più di 150 anni, infatti, nel 1854 Manuel Garcia, un insegnante di musica vocale, esaminò la propria laringe usando uno specchio dentale e uno specchietto e pubblicò le sue osservazioni nel 1855. Le tecnologie di imaging applicabili in laringologia si sono sviluppate enormemente da allora.

Al giorno d’oggi, la procedura diagnostica delle malattie laringee nella pratica clinica è piuttosto complessa e si basa sulla valutazione dei reclami del paziente, della storia e dei dati degli esami strumentali e istologici. Negli ultimi due decenni sono state sviluppate una varietà di tecniche di imaging per l’esame della laringe e l’ottenimento di misurazioni oggettive della qualità della voce.

Il termine “imaging laringeo” si riferisce tipicamente all’imaging endoscopico dell’aspetto clinico e della vibrazione del tessuto delle corde vocali tramite videoendoscopia e videostroboscopia. Inoltre, la valutazione della laringe è migliorata in modo significativo con l’istituzione della tomografia assiale computerizzata (TAC) e della risonanza magnetica (RM), poiché queste tecnologie forniscono informazioni sulle aree endoscopicamente cieche e rivelano la profondità dell’infiltrazione del tumore.

Queste tecnologie possono essere utili nella stadiazione del carcinoma laringeo e nella pianificazione della procedura chirurgica più appropriata. Recentemente, l’ecografia è diventata utile anche nei casi di lesioni laringee di dimensioni maggiori e può avere un ruolo nello screening per patologie delle corde vocali unilaterali. Allo stesso tempo, potrebbe essere necessaria un’ulteriore messa a punto della tecnica.

Nonostante tutti questi sforzi per ottenere lo strumento diagnostico perfetto, oggigiorno i chirurghi non possono fidarsi di un’unica tecnica di imaging per pianificare la gestione e il trattamento dei pazienti laringei.

La corretta diagnosi delle patologie laringe, delle corde vocali e della voce si basa sulla appropriata conoscenza e adeguato utilizzo delle tecniche diagnostiche a disposizione del chirurgo. Una diagnosi corretta è alla base di una appropriata scelta terapeutica che possa garantire i migliori risultati auspicabili per il paziente.

Condizioni patologiche benigne frequenti della Laringe

Polipo delle corde vocali solitamente è di origine funzionale, dovuto al malmenage e sforzo vocale, oppure legato alla presenza di altre lesioni congenite tipo il sulcus vocale.

E’ di frequente riscontro nei professionisti della voce, soprattutto insegnanti, avvocati, allenatori. Può andare incontro ad aumento volumetrico per emorragie interne oppure può andare incontro ad involuzione spontanea o indotta da terapia logopedica.

Solitamente il trattamento è chirurgico, con tecniche di fono-chirurgia ovvero microchirurgia, meglio se accompagnato da tecnica riabilitativa logopedica tipo sandwich, cioè da eseguire prima e dopo il trattamento chirurgico.

Cisti mucose o sottomucose, spesso di origine salivare, che si possono trovare sia a lovello delle corde vocali che a carico della mucosa laringea anche sovraglottica o della regione di confine con la base della lingua.

Il trattamento è chirurgico e di tipo miniinvasivo, conservativo.

Edema di Reinke è un edema che si forma a carico di entrambe le corde vocali dovuto all’accumulo di acqua su base infiammatoria o ormone-correlata nello spazio virtuale di Reinke (all’interno della lamina propria del piano glottico).

E’ di frequente riscontro nelle donne forti fumatrici, nel periodo postmenopausa.

Presenta anche correlazione con quadri ormonali di ipotiroidismo. Può causare anche forme gravi di difficoltà respiratoria con insorgenza acuta tali da richiedere un intervento in regime di urgenza.

Varici del piano glottico sono capillari vascolari aumentati di dimensioni, la cui insorgenza è spesso di origine traumatica, legata a sforzo vocale intenso e acuto. Solitamente non richiedono trattamento chirurgico a meno che non siano responsabili ella formazione di un polipo emorragico.

Paralisi cordale implica la presenza di una o di entrambe le corde vocali paralizzate ed immobili. Spesso è una complicanza temporanea della chirurgia della ghiandola tiroide o delle ghiandole paratiroidi, tra le altre cause sono inclusi trattamenti chirurgici o radioterapici del distretto testa-collo o del mediastino superiore o della mammella (soprattutto sul lato sinistro). Le cause meno comuni di paralisi delle corde vocali includono i traumi (soprattutto stradali, traumi cervicali o a carico della colonna vertebrale) e le infezioni virali.

Il trattamento della paralisi di una sola corda vocale prevede un approccio conservativo di tipo logopedico oppure chirurgico attraverso l’applicazione di varie tecniche e l’utilizzo di differenti materiali di iniezione per via trans-orale endoscopica (i.e. acido ialuronico, grasso autologo) sia l’applicazione di tecniche chirurgiche di tireoplastica con approccio open (i.e. protesi di Montgomery, impianto Gorotex). La scelta della tecnica di riabilitazione dipende dall’analisi di vari parametri vocali, fisici e morfologici del paziente e dalla esperienza del chirurgo e del team logopedico-foniatrico riabilitativo.
(Ref: co-authors and Mannelli G. The surgical treatment of unilateral vocal cord paralysis (UVCP): qualitative review analysis and meta-analysis study. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2019 Oct; 276(10):2649-2659. doi: 10.1007/s00405-019-05587-2;).

(Slides di propria presentazione di lecture come Relatore su invito dal titolo “TRATTAMENTO RIABILITATIVO LOGOPEDICO O LARINGOPLASTICA INIETTIVA? OPZIONI TERAPEUTICHE A CONFRONTO NEL TRATTAMENTO DELLE PARALISI CORDALI UNILATERALI (Mannelli G, Tripodi M) 37° Congresso SIAF, Modena 6-9 Novembre 2019;).

Il trattamento e gestione della paralisi di entrambe le corde vocali rappresenta in prima istanza una situazione di potenziale emergenza-urgenza tale da richiedere un intervento chirurgico di tracheotomia temporanea per salvaguardare la respirazione. In secondo luogo la soluzione di tale problema richiede spesso un percorso chirurgico-riabilitativo più lungo che si basa su chirurgia laser della laringe (cordotomia posteriore oppure cordectomia laser) oppure si affida a tecniche di lateralizzazione di una corda vocale sia con approccio endoscopico che open.

Sinechie cordali e web glottici sono spesso esiti di pregressi trattamenti chirurgici o radioterapici sulle corde vocali, causano spesso una disfonia con aumento della frequenza vocale se posizionate nella porzione anteriore delle corde vocali; nel caso in cui si tratti di sinechie in corrispondenza della porzione posteriore del piano glottico, spesso esiti di prolungate intubazioni naso-tracheali o traumatismi, influenzano la respirazione.

Il trattamento è attraverso tecniche di microchirurgia, spesso con l’ausilio del bisturi laser.

Papillomatosi respiratoria ricorrente è una malattia respiratoria rara caratterizzata dallo sviluppo di papillomi che interessano la mucosa del tratto aero-digestivo superiore (in particolare la laringe); è causata da un’infezione da papilloma virus umano (HPV 6 e11).

I sintomi d’esordio sono la raucedine, la tosse cronica, la dispnea, le infezioni ricorrenti delle vie aeree superiori, la polmonite, la disfagia, lo stridore e/o il ritardo della crescita.

Il riscontro endoscopico della presenza di tali neoformazioni papillomatose impone un intervento chirurgico a scopo prima di tutto diagnostico, in quanto entra in diagnosi differenziale con un istotipo particolare di carcinoma glottico.

Una volta confermata la benignità il trattamento chirurgico è di tipo conservativo. Purtroppo la marcata tendenza alla recidiva impone controlli clinici routinari e multipli interventi chirurgici di disostruzione laser.

Le precancerosi della Laringe

La cancerogenesi in più fasi guida l’insorgenza del cancro laringeo e include un’ampia varietà di lesioni precancerose che sono macroscopicamente difficili da identificare e distinguere dai focolai cancerosi iniziali. Poiché il trattamento del cancro della laringe e delle sue lesioni precursori ha un grande impatto su importanti funzioni di base della laringe, la diagnosi precoce e la valutazione preoperatoria sono importanti per una terapia curativa e di mantenimento della funzione.

L’analisi della letteratura, confrontata con l’esperienza personale, permette di fare una sintesi qualitativa e quantitativa della multitudine delle possibili lesioni a rischio di evoluzione maligna a carico della mucosa laringea.

Di seguito alcuni esempi di corrispondenze cliniche – istologiche di varie lesioni glottiche (delle corde vocali).

I principali fattori di rischio di sviluppo delle precancerosi e conseguente del carcinoma o tumore maligno della laringe e delle corde vocali sono: abuso di alcolici ed esposizione tabagica che insieme presentano azione sinergica con aumento di 10 volte il rischio per evoluzione maligna delle lesioni; ulteriori fattori di rischio includono la predisposizione familiare, l’esposizione ad agenti cancerogeni (i.e. benzene, farmaldeide, idrocarburi policiclici aromatici, ammine aromatiche, osside di etilene, etc..), e ad agenti infettivi soprattutto il papillomavirus (HPV 16). Lo stesso reflusso gastro-esofageo e reflusso faringo-laringeo sono considerati co-fattori dello sviluppo di precancerosi. Ad oggi fattori genetici responsabili dello sviluppo di tumori maligni della laringe non sono stati confermati quindi non esistono ad oggi esami del sangue, di screening, che possano diagnosticare o controllare questa malattia

(Slide di propria produzione, Tesi di Specializzazione 03/06/2015)

Test diagnostico Laringe

Ad oggi non esiste un test diagnostico IDEALE, ma il chirurgo esperto è capace di trovare il giusto equilibrio tra tecnica diagnostica e atto chirurgico che concili natura, estensione della malattia e necessità del paziente.
A tale proposito ho sviluppato un algoritmo diagnostico che fa parte della mia pratica clinica.
(Ref: Mannelli G, et al. Laryngeal preneoplastic lesions and cancer: challenging diagnosis. Qualitative literature review and meta-analysis. Crit Rev Oncol Hematol. 2016 Oct;106:64-90. doi: 10.1016/j.critrevonc.2016.07.004).

Luce BIANCA

Luce NBI

Fondamentale è l’utilizzo dell’endoscopia, tramite video-fibrolaringoscopia a luce bianca e NBI che permette l’individuazione di lesioni con vascolarizzazione anomala e meritevoli dunque di approfondimento clinico-diagnostico.

Biopsia della Laringe

Cos’è

La biopsia alla laringe è un esame diagnostico che prevede il prelievo di un campione di tessuto dalla laringe, la parte del tratto respiratorio che ospita le corde vocali. Si tratta di una procedura indolore e minimamente invasiva, che viene eseguita ambulatorialmente utilizzando un endoscopio flessibile.

A cosa serve la biopsia della laringe?

La biopsia alla laringe è utile per individuare eventuali lesioni precancerose o tumorali, per diagnosticare alcune patologie infettive o infiammatorie e per valutare l’efficacia di terapie già in corso.

Chi deve fare l’esame della biopsia alla laringe?

L’esame è indicato per pazienti che presentano sintomi come afonia, disfonia, tosse persistente, difficoltà a deglutire o dolore alla gola. Inoltre, è consigliato a chi ha familiarità con tumori della laringe o che ha già avuto diagnosi di lesioni precancerose.

Come si esegue la biopsia della laringe?

La procedura, della durata di circa 15-20 minuti, viene eseguita preferibilmente sotto anestesia generale e prevede l’inserimento di un endoscopio flessibile che viene inserito attraverso la bocca del paziente. Dopo aver individuato la zona da cui prelevare il campione, viene utilizzato un ago sottile per prelevare una piccola quantità di tessuto che viene poi analizzata al microscopio.

La biopsia della laringe è dolorosa?

No, la biopsia alla laringe non è dolorosa. È una procedura diagnostica minimamente invasiva e indolore che viene eseguita utilizzando un endoscopio flessibile.

Dopo l’intervento di biopsia alla laringe cosa si sente?

Dopo la biopsia, i pazienti potrebbero sperimentare una leggera infiammazione o dolore alla gola per alcuni giorni, ma non dovrebbero sperimentare dolore significativo.

Quanto dura la biopsia della laringe?

La procedura della durata di circa 15-20 minuti.

Che tipo di anestesia per la biopsia alla laringe?

La biopsia alla laringe viene eseguita sotto anestesia generale o sedazione utilizzando fibroscopio con canale di lavoro per minimizzare il fastidio al paziente.

Quanto costa la biopsia della laringe?

La biopsia della laringe ha un costo che parte da 600 Euro.

Dove fare la biopsia della Laringe?

Presso l’Ospedale Careggi di Firenze la Dottoressa Giuditta Mannelli specialista otorinolaringoiatra può effettuare l’esame diagnostico della biopsia alla laringe in tempi brevi e avvalendosi di un’equipe chirurgica specializzata e riconosciuta a livello nazionale.

Il Cancro della Laringe e dell’Ipofaringe

Il cancro della laringe è uno dei tumori più comuni del tratto aerodigestivo superiore e il secondo tra i tumori della testa e del collo dopo i tumori maligni della pelle. La maggior parte delle neoplasie laringee mostra un’istologia del carcinoma a cellule squamose (SCC), che rappresenta dall’85% al 95% dei tumori maligni della laringe la cui incidenza è di circa 11.000-13.000 casi all’anno.

La maggior parte dei pazienti con lesioni precancerose ha un’anamnesi di alcuni mesi o più di sintomi, ma possono anche essere del tutto asintomatiche e quindi manifestarsi solo molto tardi. I sintomi dipendono dalla sede e dalla gravità della malattia e comprendono raucedine fluttuante, irritazione della gola, mal di gola e/o tosse cronica. Le lesioni precancerose possono essere o nettamente circoscritte e crescere in modo esofitico, oppure essere prevalentemente piatte e diffuse, in parte correlate alla quantità di cheratina presente.

La raucedine è il sintomo laringeo più comune per il quale i pazienti cercano un trattamento e può essere causato da una varietà di potenziali disturbi. In questo contesto, la visualizzazione della struttura e della funzione delle corde vocali è diventata una componente essenziale del protocollo di valutazione clinica della voce in funzione di ottenere una adeguata diagnosi e conseguentemente un idoneo programma terapeutico. Al giorno d’oggi, l’iter diagnostico delle malattie laringee nella pratica clinica è piuttosto complesso e si basa sulla valutazione dei disturbi del paziente, dell’anamnesi e dei dati degli esami strumentali oltre che istologici. Sono fondamentali strumenti di diagnosi: videoendoscopia e videostroboscopia; l’utilizzo della tomografia assiale computerizzata (TAC) e della risonanza magnetica (MRI), poiché queste tecnologie forniscono informazioni sulle aree endoscopicamente cieche e rivelano la profondità dell’infiltrazione tumorale.

Perché è fondamentale ricevere una adeguata diagnosi?

I tumori della laringe si possono presentare in differenti forme sia per aggressione a determinate strutture laringee e/o dell’ipofaringe, sia perché a seconda della regione anatomica interessata si manifestano con tempistiche e sintomi differenti.

Solo uno specialista otorinolaringoiatra con esperienza nel campo della laringotomia è in grado di raggiungere una adeguata diagnosi in tempi brevi e definire quindi il trattamento più opportuno del paziente.

Terapia e trattamenti del cancro alla laringe​

La terapia del carcinoma della laringe è influenzato principalmente dai seguenti fattori.

Come vengono inquadrati i tumori della laringe?

Si può parlare di tumori in staio iniziale: T1 e T2 e tumori in stadio avanzato T3 e T4. I numeri indicano l’estensione della malattia a livello delle strutture che compongono la laringe e guidano nella scelta del trattamento con intento curativo.

Generalmente per il primo gruppo vengono proposti trattamenti di tipo “conservativo” che hanno l’obiettivo non solo di curare la malattia ma anche di preservare tutte le funzioni principali della laringe quali la produzione della parola, la respirazione e la deglutizione. In questi casi, l’alterazione di queste funzioni è minima senza importanti impatti sulla qualità di vita.

Nel caso del secondo gruppo, stadio T avanzato (T3-T4), comprende una varietà eterogenea di lesioni diverse, ciascuna caratterizzata da una presentazione clinica, comportamenti biologici e prognosi distinti. Per tale motivo sono disponibili diverse modalità di trattamento per tutti i sottotipi di tumori laringei. In questi l’obiettivo oncologico è primario e purtroppo a volte richiede il sacrificio di alcune funzioni dell’organo a vantaggio del raggiungimento della guarigione.

Terapia chirurgica e interventi

La terapia implica la scelta e/o la combinazione di differenti tecniche chirurgiche e/o radioterapiche che vengono scelte sempre in sede di discussione multidisciplinare collegiale ai fini di offrire al paziente le migliori condizioni per guarire.

La terapia chirurgica include tecniche mini-invasive come la microlaringoscopia a freddo o con laser, sia tecniche con approccio tipo open (a cielo aperto) che includo tecniche di chirurgia parziale e ricostruttiva della laringe, fino a interventi chirurgici demolitivi come la laringectomia totale che può essere allargata a strutture limitrofe come la base della lingua, l’ipofaringe, la ghiandola tiroide, i muscoli pre-laringei.

(Ref: Mannelli G, et al. Subtotal supracrioid laryngectomy: changing in indications, surgical techniques and use of new surgical devices. Am J Otolaryngol, 2014;35(6):719-726. doi:10.1016/j.amjoto.2014.07.010; Mannelli G, et al. Conservative treatment for advanced T3-T4 laryngeal cancer: meta-analysis of key oncological outcomes. Eur Arch Otorhinolaryngol 2018;275(1):27-38. doi:10.1007/s00405-017-4799-x; Co-authors and Mannelli G. A Critical Reappraisal of Primary and Recurrent Advanced Laryngeal Cancer Staging. Ann Otol Rhinol Laryngol. 2019;128(1): 36-43. doi:10.1177/0003489418806915; Mannelli G, et al. T1 Glottic Cancer: Does Anterior Commissure Involvement Worsen Prognosis? Cancers (Basel). 2020;12(6):E1485. Published 2020 Jun 6. doi:10.3390/cancers12061485;).

Sono tutti interventi che si eseguono in anestesia generale. Si possono svolgere in regime di Day Surgery con un unico giorno di ricovero, fino a richiedere gli interventi più complessi, ricoveri superiori alla settimana.

La microlaringoscopia in sospensione trans-orale con utilizzo di laser CO2 può essere effettuata al solo scopo diagnostico oppure terapeutico, molto spesso attraverso l’utilizzo del bisturi laser sotto guida di ingrandimento microscopico. E’ una tecnica chirurgica mini-invasiva che permette il trattamento sia di patologie laringee benigne (i.e.: polipi delle corde vocali, laringocele laringeo, varici, sulcus) sia di patologie pre-maligne o maligne della laringe (i.e: leucoplachia e/o eritroplachia delle corde vocali, carcinomi laringei della regione sovraglottica o glottica). Include interventi di cordectomia laser e laringectomie sovraglottiche laser. Nella maggior parte dei casi
richiede il ricovero di un solo giorno.

La chirurgia parziale ricostruttiva della laringe richiede esperienza chirurgica di equipe, disponibilità di logopedisti e foniatri, e necessita di un periodo di ricovero più lungo in ospedale con un percorso di riabilitazione fonatoria e deglutitoria di lungo decorso post-operatorio. Implica la rimozione di limitate e circoscritte porzioni delle cartilagini laringee con l’obiettivo di ripristinare un nuovo lume laringeo funzionale alla respirazione, deglutizione e fonazione.

La laringectomia totale è un intervento demolitivo, che trova indicazione in caso di tumori laringei avanzati localmente, in caso di recidiva di pregresso tumore maligno laringeo, oppure in caso di fallimenti di pregressi trattamenti che hanno determinato la conservazione di una laringe non più funzionante. Comporta la completa e permanente separazione della via aerea da quella digestiva, attraverso la creazione di uno stoma collocato alla base del collo. E’ un intervento salvavita

Oggi il ripristino della voce è possibile anche in questi casi di asportazione totale delle corde vocali come avviene in una laringectomia totale, attraverso il posizionamento di una protesi fonatoria, creando una fistola di comunicazione tra trachea ed esofago. E’ un presidio medicochirurgico che richiede manutenzione da parte del paziente e del medico di fiducia, ma garantisce ed assicura non solo la cura di una corretta funzionalità e ginnastica respiratoria, ma anche e soprattutto la cura delle capacità comunicative e di dialogo del paziente per tutto il resto della vita. Viene posizionata contestualmente all’intervento di laringectomia totale e richiede di essere cambiata ogni circa 4-8 mesi. La procedura di sostituzione e cambio della protesi fonatoria viene eseguita regolarmente in regime ambulatoriale senza la necessità di alcun tipo di anestesia perché è una procedura rapida ed indolore.

Lo specialista otorino di fiducia provvede alla prescrizione del piano terapeutico con cadenza semestrale.

Protesi fonatorie e riabilitazione logopedica

Oggi il ripristino della voce è possibile anche in questi casi di asportazione totale delle corde vocali come avviene in una laringectomia totale, attraverso il posizionamento di una protesi fonatoria, creando una fistola di comunicazione tra trachea ed esofago. E’ un presidio medicochirurgico che richiede manutenzione da parte del paziente e del medico di fiducia, ma garantisce ed assicura non solo la cura di una corretta funzionalità e ginnastica respiratoria, ma anche e soprattutto la cura delle capacità comunicative e di dialogo del paziente per tutto il resto della vita. Viene posizionata contestualmente all’intervento di laringectomia totale e richiede di essere cambiata ogni circa 4-8 mesi. La procedura di sostituzione e cambio della protesi fonatoria viene eseguita regolarmente in regime ambulatoriale senza la necessità di alcun tipo di anestesia perché è una procedura rapida ed indolore.

Lo specialista otorino di fiducia provvede alla prescrizione del piano terapeutico con cadenza semestrale.

La Dott.ssa Mannelli è responsabile di un protocollo di studio e monitoraggio clinicochirurgico delle protesi fonatorie in pazienti laringectomizzati. Il protocollo è registrato con il codice VoicePolar nel registro del Comitato Etico di Area Vasta Centro (CEAVC) della Toscana (18001_oss).

Le protesi e la riabilitazione

Questo studio si basa sui dati della letteratura più recente e mette insieme i vari parametri proposti da diversi autori. Ha lo scopo di analizzare le diverse variabili che possono influenzare il successo o il fallimento della riabilitazione con protesi fonatoria nei pazienti laringectomizzati, con implicazioni in termini di qualità della vita, costi e risorse cliniche necessarie.

La laringectomia totale comporta la rimozione completa della laringe ed è il trattamento gold standard per il cancro della laringe avanzato. Come risultato di questo intervento chirurgico, i pazienti perdono la capacità di comunicare in modo convenzionale. Il primo passo è stato fatto con la creazione di una tecnica chirurgica di ripristino della voce, la puntura tracheo-esofagea (TEP) di Singer e Bloom nel 1979. Nel 1982 è stata introdotta la prima protesi fonatoria interna, il Groningen Button. Dall’introduzione della protesi fonatoria Bloom Singer Duckbill, sono stati apportati numerosi miglioramenti al design e alla funzionalità delle protesi sonore, alle moderne protesi sonore che sono state migliorate con l’intenzione di ridurre al minimo le complicazioni ad esse associate. La voce tracheoesofagea era considerata il metodo di comunicazione più efficace nei pazienti laringectomizzati e la comparsa delle protesi foniche rappresentava un grande progresso, incidendo direttamente sulla qualità della vita dei pazienti.

La perdita della voce, l’alterazione della funzione respiratoria, la riduzione dell’olfatto e del gusto e la presenza di un tracheostoma permanente che provoca la deturpazione di una parte visibile del corpo, hanno ripercussioni sul benessere psicologico e incidono significativamente sulla qualità della vita in primo luogo dei pazienti laringectomizzati ma anche dei loro familiari. Diversi studi hanno dimostrato che il trauma psicologico subito da quest’ultimo è più intenso e significativo di quello vissuto da pazienti con tumori altrove. Il reinserimento sociale e familiare del paziente, quindi, non può prescindere da una precoce e corretta riabilitazione, in primis della capacità di comunicazione verbale, ma anche degli aspetti polmonari, olfattivi e psicosociali. La protesi tracheo-esofagea è diventata negli ultimi due decenni il gold standard per il ripristino della funzionalità comunicativa post-intervento. Tuttavia, sebbene i benefici della protesi fonatoria siano stati documentati rispetto ad altri metodi riabilitativi (fonazione immediata, allenamento semplice, tempo di fonazione più lungo, volume maggiore e migliore intelligibilità), non è ancora chiaro
l’effettivo impatto che ha sulla qualità di vita del paziente e sulla gestione stessa della protesi e sui costi.

La voce tracheoesofagea, oggi, è considerata il gold standard per la riabilitazione dopo laringectomia totale. La letteratura attuale è limitata e contraddittoria sulle possibili cause di guasto del dispositivo. La durata del dispositivo di protesi acustica interna sembra dipendere in gran parte dai pazienti e dai fattori protesici (es. abitudini di parola, dieta, resistenza al biofilm, depressione, caratteristiche delle valvole) e non può essere migliorata solo con strategie di pulizia in quanto spesso non vengono puliti regolarmente quotidianamente.

Il fallimento della protesi fonatoria può mettere il paziente a rischio di polmonite ab ingestis, aumento dei costi, frequenza delle visite cliniche e qualità generale della vita. L’analisi della voce nel paziente laringectomizzato si è concentrata su tre aree principali: analisi acustica, analisi percettiva uditiva e autovalutazione del paziente. L’analisi acustica del segnale vocale in pazienti con laringe comporta la misurazione computerizzata di proprietà specifiche della forma d’onda sonora, come jitter, shimmer e rapporto armonico/rumore. La valutazione percettiva uditiva di un ascoltatore esperto che giudica un campione vocale può includere parametri come l’intelligibilità, la qualità della voce e l’accettabilità. L’analisi dell’autovalutazione del paziente si basa sulla percezione della voce da parte del paziente e può essere valutata tramite questionari come, oggi i più riconosciuti sono VHI-30, VHI-10, I-SECEL versione italiana, VRQOL, INFV0.

Quindi, molte variabili (dalle misurazioni anatomiche della stomia, alle caratteristiche cliniche, morfologiche e intrinseche delle protesi legate ai punteggi ottenuti nei questionari di autovalutazione, ai parametri acustici della voce protesica e infine alla frequenza delle modifiche protesiche e dispositivi associati) possono influenzare il successo o il fallimento della riabilitazione vocale in pazienti laringectomizzati e portatori di protesi sana, con implicazioni in termini di qualità della vita, costi e risorse cliniche necessarie.

Con questo studio il nostro scopo è valutare questi parametri in ogni paziente in studio, scriverli in un database e attraverso analisi statistiche identificare i fattori predittivi di esito eccellente, in modo da poter migliorare le implicazioni di gestione e mantenimento in termini di qualità della vita, costi e risorse cliniche necessarie, nonché, nella pratica clinica, alla realizzazione di una riabilitazione vocale personalizzata, individuando il tipo e la frequenza degli esercizi riabilitativi del paziente, massimizzando così i risultati funzionali e il loro impatto sulla qualità della vita.

Questo studio, a nostro avviso, potrebbe portare non solo al miglioramento della gestione protesica in questa tipologia di pazienti ma anche, nella pratica clinica, alla realizzazione di un percorso riabilitativo personalizzato, individuando il tipo e la frequenza degli esercizi riabilitativi paziente-specifici, quindi massimizzare i risultati funzionali e il loro impatto sulla qualità della vita.

IN CASO DI CURIOSITÀ E NECESSITÀ DI GESTIRE LA PROPRIA PROTESI FONATORIA E/O VOLONTÀ DI PARTECIPARE ALLO STUDIO I PAZIENTI POSSONO CONTATTARE LA DOTT.SSA MANNELLI PER GESTIONE DELL PRESIDIO MEDICOCHIRURGICO, SUA SOSTITUZIONE O INSERIMENTO, INFORMAZIONI O ARRUOLAMENTO NELLO STUDIO.

Il foniatra

Ogni chirurgico ha il proprio/i foniatra/i e logopedista/i di riferimento perché la gestione delle patologie della laringe richiede sempre un approccio multi-disciplinare con la cura di tutti gli aspetti funzionali, emotivi, oncologici, lavorativi e sociali.

Abbiamo esperienza in ambito riabilitativo oncologico.

(Ref: Carmignani I, Locatello LG, Desideri I, Bonomo P, Olmetto E, Livi L, Le Saec O, Coscarelli S, Mannelli G. Analysis of dysphagia in advanced-stage headand-neck cancer patients: impact on quality of life and development of a preventive swallowing treatment. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2018;275(8):2159-2167. doi:10.1007/s00405-018-5054-9;).