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Ghiandola parotide e ghiandole salivari minori cure e interventi
Le condizioni patologiche benigne più frequenti della parotide e sottomandibolare
Sono tumefazioni che si presentano nell’arco di settimane a carico più frequentemente della ghiandola sottomandibolare o parotide. Solitamente sono indolenti, senza alterazioni associate di superficie né dei nervi (facciale o marginale).
La diagnosi si avvale di:
- Visita specialistica otorinoalringoiatrica
- Esame ecografico con esecuzione di prelievo bioptico ecoguidato (FNAC)
- Eventuale ulteriore immagini come TC oppure RMN
Gli istotipi più comuni sono rappresentati da:
- Adenoma pleomorfo: o tumore misto; rappresenta il tumore benigno più frequente a carico della ghiandola parotide, si può presentare anche in giovane età e trova sempre indicazione alla rimozione chirurgica.
- Tumore di Warthin o cisto-adeno-linfoma: condizione benigna che spesso si presenta in età avanzata, in donne fumatrici e a volte può essere bilaterale. Non è sempre indicata la rimozione chirurgica, solo se va incontro ad infezioni o crescita dimensione significativa.
Biopsia della parotide
Cos’è
La biopsia della parotide è un esame diagnostico che consiste nel prelevare un campione di tessuto dalla ghiandola parotide per esaminarlo al microscopio. La biopsia della parotide è un esame diagnostico importante per la valutazione dei noduli parotitei e per la diagnosi precoce di eventuali tumori.Questo esame viene solitamente eseguito quando un nodulo o una massa viene rilevata all’interno della ghiandola parotide, al fine di determinare se il tessuto è benigno o maligno.
A chi è consigliata
La biopsia alla parotide è consigliata per i pazienti che presentano sintomi come gonfiore o dolore alla ghiandola parotide, o se un nodulo viene rilevato durante un esame fisico o una scansione. Inoltre, la biopsia della parotide può essere eseguita per confermare la presenza di un tumore già diagnosticato, per valutare la risposta al trattamento o per monitorare la progressione della malattia.
Come avviene l’intervento
L’intervento di biopsia alla parotide viene eseguito sotto anestesia locale o generale, a seconda della preferenza del paziente e della dimensione del nodulo. Durante l’intervento, un ago viene inserito nella ghiandola parotide per prelevare un campione di tessuto. In alcuni casi, può essere necessario eseguire una biopsia a cielo aperto, che comporta l’apertura della ghiandola per prelevare il tessuto
I rischi
La biopsia della parotide è un esame sicuro e poco invasivo, ma può comportare alcuni rischi, come sanguinamento, infezione o danni ai nervi facciali. Tuttavia, questi rischi sono rari e la maggior parte dei pazienti non riscontra alcun problema durante o dopo l’intervento.
A quale specialista rivolgersi
Se si sospetta la presenza di un nodulo alla ghiandola parotide, si consiglia di consultare un medico specialista otorinolaringoiatra per determinare se la biopsia della parotide è l’opzione diagnostica migliore. La terapia nella maggior parte dei casi è chirurgica in accordo con le linee guida ATA.
Dove fare la biopsia parotide?
Presso l’Ospedale Careggi di Firenze la Dottoressa Giuditta Mannelli medico chirurgo otorinolaringoiatra, può effettuare l’esame per la biopsia della parotide in tempi brevi e avvalendosi di un’equipe chirurgica specializzata e riconosciuta a livello nazionale.
Tumori della parotide, sottomandibolare e ghiandole salivari minori
Il cancro delle ghiandole salivari (SGC) è un gruppo distinto ma eterogeneo di tumori maligni che comprende circa il 6,5% dei casi all’interno del cancro della testa e del collo. Questo lo rende un cancro raro, con un’incidenza annuale standardizzata per età stimata inferiore a 2/100.000 nella maggior parte dei paesi. La più recente classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dei tumori della testa e del collo distingue 22 sottotipi istopatologici di SGC, il che rende ogni sottotipo ancora più raro [El-Naggar AKCJ, Grandis JR, Takata T, Slootweg PJ, editori. Classificazione OMS dei tumori della testa e del collo. 4a ed.Lione: IARC; 2017.]. Il riconoscimento e la differenziazione tra questi diversi sottotipi è notoriamente difficile e diversi sottotipi mostrano caratteristiche cliniche diverse che si sommano alla complessità della malattia.
Per la malattia localizzata e resecabile, la resezione chirurgica con o senza radioterapia postoperatoria è l’indicazione terapeutica per eccellenza. In caso di malattia locale ricorrente o metastatica (R/M), il trattamento sistemico è impegnativo, ma urgente data la prognosi di questo stadio della malattia. Raggruppata per tutti i tipi di SGC con metastasi a distanza (71% dei pazienti che presentano malattia ricorrente) la sopravvivenza globale mediana è di 15 mesi con tassi di sopravvivenza globale a 1, 3 e 5 anni rispettivamente del 54,5%, 28,4% e 14,8%. Questo, tuttavia, varia ampiamente tra i diversi sottotipi. Ad esempio, nel carcinoma adenoide cistico (ACC) è stata riportata una sopravvivenza globale mediana di diversi anni nella malattia metastatica a distanza. Ciò contrasta con il carcinoma del dotto salivare (SDC), un sottotipo aggressivo di SGC, in cui la sopravvivenza globale mediana per la malattia R/M che riceve le migliori cure di supporto è di soli 5 mesi.
La diversità clinico-patologica della malattia giustifica una terapia adeguata allo specifico sottotipo di SGC, evidenziando l’importanza di un adeguato esame patologico (es. sottotipo, stadio, pattern di crescita), preferibilmente eseguito da un patologo esperto di ghiandole salivari. Tuttavia, la rarità di SGC e la sua ampia eterogeneità ostacola l’accumulazione di pazienti su larga scala nelle analisi retrospettive e prospettiche e le difficoltà nella corretta sottotipizzazione istopatologica di SGC mettono in pericolo l’omogeneità delle carotidi.
I tassi di sopravvivenza e il beneficio limitato delle diverse opzioni di trattamento sottolineano la necessità insoddisfatta di nuove strategie di gestione e terapeutiche per i pazienti affetti da SGC sia primari che R/M. Questa scarsità potrebbe essere ridotta creando set di dati di grandi dimensioni che mappano le caratteristiche cliniche, patologiche e comportamentali del tumore, insieme allo studio di potenziali fattori predittivi svelati alla ricerca di possibili strategie terapeutiche più personalizzate.
La Dott.ssa Mannelli è responsabile di un protocollo di studio e monitoraggio clinico-chirurgico e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti da carcinoma delle ghiandole salivari maggiori e minori.
Il protocollo è di natura internazionale e multicentrica, ed è registrato con il codice SGCs nel registro del Comitato Etico di Area Vasta Centro (CEAVC) della Toscana.
Come funziona il protocollo di studio
Endpoint primario:
impostare un grande dataset condiviso su qualsiasi tipo di neoplasia delle ghiandole salivari dai centri che hanno aderito allo studio; esplorare l’epidemiologia, l’incidenza, la distribuzione geografica e la presentazione clinica della SGC al suo stato sia primario che ricorrente.
Endpoint secondario:
fornire uno scenario, il più ampio possibile, di qualsiasi tipo di gestione del SGC e degli esiti oncologici in termini di sopravvivenza libera da malattia (DFS), sopravvivenza libera da progressione (PFS), sopravvivenza globale (OS); esplorare potenziali fattori predittivi dei risultati analizzando:
- Caratteristiche clinico/demografiche (es. genere, comorbilità, anamnesi familiare di cancro, anamnesi personale pregressa di cancro, ecc.),
- Caratteristiche cliniche del tumore (ovvero sedi di presentazione quali ghiandole salivari maggiori o minori; sedi di presentazione quali localizzazione della parotide, sottomandibolare, della cavità orale, della faringe o della laringe; classificazione cTNM; caratteristiche radiologiche; coinvolgimento del nervo facciale; tessuti molli e/o ossei coinvolti; coinvolgimento del collo; referto citologico pre-trattamento; ecc.),
- Dettagli del trattamento primario (es. tipo di intervento chirurgico; radioterapia curativa o adiuvante; chemioterapia concomitante o adiuvante; compresa la degenza ospedaliera; ecc.),
- Dettagli del referto istopatologico (es. pTNM; presenza di invasione perineurale (PNI) e/o invasione linfo-vascolare (LVI); alto o basso grado; espressione dei marcatori all’analisi immunoistochimica; stato dei margini di resezione chirurgica; rapporto linfonodi positivi e presenza di estensione extranodale; ecc…),
- Analisi di sopravvivenza (ovvero tipo di recidiva se locale/regionale/a distanza, se singola o multipla; tempo di recidiva; classificazione rTNM; tipo di trattamento di salvataggio; tempo alla recidiva di qualsiasi; morte di malattia o vivo con malattia).
Obiettivi esplorativi
contribuire ad aumentare la conoscenza nel campo degli istotipi SGC più discussi in termini sia di presentazione clinica che di gestione, tra cui: carcinoma mucoepidermoide (MEC), carcinoma a cellule aciniche (AciCC), carcinoma del dotto salivare (SDC), adenocarcinoma (ADC).), carcinoma ex adenoma pleomorfo (CexPA), carcinoma secretorio (SC). Gli obiettivi esplorativi potrebbero includere la distribuzione e la frequenza dell’espressione dei marcatori e la loro correlazione con la prognosi.
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I trattamenti chirurgici che vengono eseguiti dalla Dott.ssa Mannelli:
- Enucleazione/enucleoresezione di tumori benigni;
- Parotidectomia superficiale con conservazione del VII nervo cranico o nervo facciale;
- Parotidectomia totale con conservazione del VII nervo cranico o nervo facciale;
- Parotidectomia radicale con sacrificio del VII nervo cranico o nervo facciale estesa o meno ad altre strutture limitrofe (es. cute sovrastante);
- Scialoadenectomia ovvero rimozione della ghiandola sottomandibolare e/o linguale con preservazione delle strutture pascolo-nervose limitrofe oppure loro sacrificio in caso lo richieda la estensione della patologia;
- Laddove necessario viene eseguito anche una svuotamento del collo delle stazioni linfonodi latero-cervicali interessate o potenzialmente interessate da metastasi regionali.